FRANKIE HI NRG
 
QUELLI CHE BENPENSANO
 
Sono intorno a noi, in mezzo a noi, in molti casi siamo noi a far promesse senza mantenerle mai se non per
calcolo, il fine è solo l'utile, il mezzo ogni possibile, la posta in gioco è massima, l'imperativo è vincere - e
non far partecipare nessun altro - nella logica del gioco la sola regola è esser scaltro : niente scrupoli o
rispetto verso i propri simili perché gli ultimi saranno gli ultimi se i primi sono irraggiungibili. Sono
tanti, arroganti coi più deboli, zerbini coi potenti, sono replicanti, sono tutti identici, guardali : stanno
dietro a maschere e non li puoi distinguere. Come lucertole s'arrampicano, e se poi perdon la coda la
ricomprano. Fanno quel che vogliono si sappia in giro fanno: spendono, spandono e sono quel che hanno...
Sono intorno a me ma non parlano con me... Sono come me ma si sentono meglio...
.. e come le supposte abitano in blisters full-optional, con cani oltre i 120 decibels e nani manco fosse
Disneyland, vivon col timore di poter sembrare poveri : quel che hanno ostentano, tutto il resto invidiano,
poi lo comprano, in costante escalation col vicino costruiscono : parton dal pratino e vanno fino in cielo,
han più parabole sul tetto che S.Marco nel Vangelo.. Sono quelli che di sabato lavano automobili che alla
sera sfrecciano tra l'asfalto e i pargoli, medi come i ceti cui appartengono, terra-terra come i missili cui
assomigliano. Tiratissimi, s'infarinano, s'alcolizzano e poi s'impastano su un albero - boom ! - Nasi
bianchi come Fruit of the Loom che diventano più rossi d'un livello di Doom..
Ognun per se, Dio per se, mani che si stringono tra i banchi delle chiese alla domenica - mani ipocrite -
mani che fan cose che non si raccontano altrimenti le altre mani chissà cosa pensano - si scandalizzano -
Mani che poi firman petizioni per lo sgombero, mani lisce come olio di ricino, mani che brandiscon
manganelli, che farciscono gioielli, che si alzano alle spalle dei fratelli. Quelli che la notte non si può
girare più, quelli che vanno a mignotte mentre i figli guardan la tv, che fanno i boss, che compran Class,
che son sofisticati da chiamare i NAS, incubi di plastica che vorrebbero dar fuoco ad ogni zingara ma
l'unica che accendono è quella che da loro l'elemosina ogni sera, quando mi nascondo sulla faccia oscura
della loro luna nera..
 
 
ACCENDIMI.....
 
Sono lo specchio alla cui immagine vorresti assomigliare, il vaso di Pandora che vorresti scoperchiare per
entrarci dentro e restarvici rinchiuso, lontano da quel mondo in cui ti senti intruso ed invisibile. Dentro a
un' automobile, fermo in un ingorgo ad uno svincolo, il tuo sguardo immobile appoggiato sopra al
finestrino col calore oscilla ed un perfetto estraneo che manco t'assomiglia t'osserva : vuoto, occhi vuoti
come fuochi spenti, la faccia di chi proprio non ha niente da dirti o da darti ti sfiora facendoti paura...
ma è solo la tua immagine nel tuo retrovisore... Click ! Pigiami il grilletto, per favore, ti proporrò un
affare irrinunciabile : un biglietto sola andata di vacanza dalla tua coscienza, non ti sembra irresistibile
? Pensa... Anzi lascia fare a me che me la cavo meglio, i cervelli li maneggio come voglio (è il mio ramo) : io
li squaglio e li modello coi miei pollici e loro alzano gli indici e poi ricominciamo. E già lo sai che con la
pulsantiera in mano anche stasera avrai il potere di disporre tutti i cari a forma di famiglia vera, ti
metterò a tacere l'alveare che c'hai in testa, e se sarai sincero e non farai più resistenza saprò
ricompensarti, quindi adesso siediti ed ascolta attentamente quel che voglio dirti : non sono mica ordini,
son solo dei consigli... Ed ora guarda un po' chi vive meglio...
Ti dico quel che vuoi, ti mostro come sei : accendimi la bocca e ti vedrai nel mondo nella scatola e vivere
una favola potrai se resterai a casa senza uscire mai...
Sentito ? Non ho finito : sono pratica e indolore ed il mio smercio è consentito, la dose media è libera,
come la mia voce che è fatta di colori ed è per questo che ti piace! Io ti parlo agli occhi e tu rispondi
spalancandoli, come fa un bambino quando tocca una girandola che gira di continuo : 24 ore al giorno
tutto l'anno, e non ti prendo in giro, sono gli altri che lo fanno! Sondo i tuoi pensieri più nascosti, rovisto
fra i tuoi gusti a caccia di emozioni da sottrarti e riproporti in massicce razioni di finzione interpretata
da doppioni ossigenati con la faccia di cartone. Sipario ! Piazzisti ad ogni orario, maitresses ingioiellate
con le protesi mammarie, gobbi, nati stanchi, soubrettine-coscia-lunga-pronte-all'-uso, opinionisti
bianchi, rossi, neri e verdi, in tutte le nuances che fan pendent con la poltrona in voga, quattordicenni qua
e là come lattuga, case in cui c'è sempre festa, piazze in cartapesta, l'ospite che alza più gli ascolti
resta, minigonne, Madonne emostatiche e non a profusione, e in una apoteosi il Cupolone - combinazione.. -
e ti do pure un posto fisso alle partite di pallone... Reclame !
Sangue ? La mia specialità, te ne faccio veder fiumi : facevo il Colosseo un paio di millenni fa. Intere o a
pezzi incluse le frattaglie spaccio storie d'ogni sorta, complete di dettagli e figli morti, contorti
psicodrammi esistenziali e passioni turbolente, torbide ossessioni con amanti, parenti, Isso, Essa e o'
Malamente, tutti insieme a vendicarsi, ma appassionatamente. Mostro i visceri e miscelo cronaca e
spettacolo, impasto e servo caldo - ..è pronto a tavola... - Come uno stormo di avvoltoi sulla carogna il mio
pubblico s'affolla : e proprio come ai tempi di Caligola mi basta dare all'occhio la sua parte per darti
l'illusione che tutto vada bene, anzi benone se non meglio : ti voglio bene proprio come a un figlio,
componi questo numero e ti riempio il portafolgli ! E se ti senti solo chiamami, se vuoi confessati,
t'ascolterò ad orecchie tese per meglio comprenderti ed assolverti, invitandoti nel mio salotto buono ed
incantandoti, quasi come un disco sullo stesso suono.. Dai, regalami quel cruccio che ti porti chiuso in
petto tutto il giorno, la notte a letto con il buio intorno aspetti l'occasione adatta a far sentire la tua
voce nel tuo quotidiano inferno. E quello che mi piace è che mi ascolti pure se ti parlo con la faccia di chi
t'assomiglia, che non è certo bella ma è sincera. Le storie sono paccottiglia rosa, gialla e nera : un po'
Cronaca Vera un poco Gente io non ti dico niente, però te lo ripeto lentamente, con tono dissuadente
t'arravoglio in un imbroglio e non ne scappi più e cedi in blocco la tua identità alla tv. Seguimi, fermati,
girati, adesso togliti la benda e osservami : fa attenzione perché ora sei target davanti al mio plotone, e
l'hai voluto quel tuo posto in prima fila, coglione...
 
 
IL BEAT COME ANESTETICO
 
C'ho l'umore che fa il bunjee dallo stomaco alla gola e ritorno, cerco un punto da osservare e resto
fermo, come Han Solo nel mio blocco di grafite aspetto la salvezza, combattendo una pigrizia travestita
da stanchezza mi ritrovo a far la spola tra la tele e il frigo... Come un automa non dirigo i passi, ma se me
lo dico scopro che posso ancora controllarmi, ma per poco e corro il rischio di bloccarmi. L'estate sta
iniziando, un anno se ne va e son già grande, ho superato il quarto un anno fa e porto ancora i segni
addosso : volavo come un fesso in galleria quando un guard-rail m'ha dato un morso e così sia... La sfida è
aperta e il tempo è il giudice imparziale, la posta in gioco aumenta quando giochi male e qui non c'è Mike
Bongiorno a darti un premio quando azzecchi le parole, ma scopri che puoi stare bene uguale. E se la
mente vuole già lo sai la lingua che può fare, magari anche il solletico... E se la testa dopo un pò fa male
c'ho il rimedio pronto ed uso il beat come anestetico.
Col beat in circolo - miracolo ! - supero ogni ostacolo di slancio, nel mio abitacolo sfreccio avanti al
gruppo come Fangio e non mi puoi fermare : scarto gli assi e faccio yathzee tutto in tre manovre, sta a
guardare... Hai visto, o eri distratto dalla punta del tuo naso che si muove più di te, povero illuso : ti
menti e cerchi scuse alla tua stasi insana, e te le inventi se non te ne viene in mente neanche una buona. Tu
senti come suona il beat ma non lo ascolti mai, ti credi la persona che non sei : fatti tuoi e di chi ti sta
accanto, finchè puoi dare prendi e per me non duri tanto... Ti offendi ? Scusa, ma sei un amico e con gli
amici non si abusa se non a fin di bene, quindi muovi il culo e la mente lo accompagnerà, o sta sicuro di
restare solo, anzi a metà, diviso dalla tua vera essenza da uno specchio che più parlo e più s'appanna...
L'apparenza inganna e il tempo che tu passi a contemplarla non torna, l'hai perso.. Eri troppo preso dal
sound-check del tuo complesso e lui è passato, t'avevo avvertito e non mi hai ascoltato, ma almeno un
passo è fatto e se brucia la sconfitta fanne un altro e segui il beat...
Usando il beat frammento il tempo, lui dice che è continuo e io lo quantizzo, e se sto preso bene lo
rallento : lo analizzo mentre vola e riguardo alla moviola quel che è stato - è dai tempi della scuola che ho
capito che l'avrei domato. Lo spacco in quarti, poi lo rimonto, è come il Lego : più pezzi ho più sono
allegro. Ma già lo so che questo gioco prima o dopo finisce, e il tempo tira avanti e non capisce : lui si
espande come un buco nero tanto grande da inghiottirti vivo se non ci stai attento, e più si accumula più è
tardi e se adesso non mi sbrigo corro il rischio di cascarci dentro, ora mi spiego : rimando, non mi alleno e
aspetto il giorno della gara con le mani in mano.. e in tasca c'ho la testa che mi pulsa di un dolore isterico
ed uso il beat come anestetico...
 
 
 
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